La Russia esclusa dalle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang 2018 per doping
La notizia è stata clamorosa: il CIO ha deciso di escludere la Russia dalle ormai imminenti Olimpiadi Invernali di Pyeongchang in Corea del Sud del febbraio 2018 con l’accusa di “doping di stato”. Potranno gareggiare solo gli atleti russi che dimostreranno di essere “puliti”, sotto i colori della bandiera olimpica e senza inno, un po’ come successe ai recenti Mondiali di Atletica di Londra.
Linea dura e umiliante per la Russia, al quale ha risposto il presidente Vladir Putin in un discorso in diretta Tv per annunciare la sua ricanditatura alla più alta carica dello stato per le prossime elezioni russe, nel quale ha anche comunicato che la Russia non impedirà ai suoi atleti di gareggiare alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang del 2018, se lo desidereranno.
Devo dire subito che in parte è colpa nostra – ha detto il presidente russo – perché abbiamo creato un pretesto per la squalifica. Ma credo anche che quel pretesto non è stato usato nel modo più leale possibile. Nessun sistema legale in nessun luogo del mondo stabilisce la responsabilità collettiva».
Secondo Putin, e i media russi, il CIO ha basato le sue decisioni sulla testimonianza di una persona mentalmente instabile, riferendosi al testimone dello scandalo del doping, il direttore del laboratorio anti-doping russo Grigory Rodchenkov che oggi vive sotto protezione negli USA.
Senza la Russia ai Giochi Olimpici perdono di sapore le competizioni a staffetta del fondo e del biathlon, e anche lo snowboard potrebbe essere penalizzato dalla loro assenza.
Rispetto delle regole o vendetta USA per aver perso il medagliere alle Olimpiadi di Sochi 2014, proprio a vantaggio della Russia?